Un bicchiere di vino allunga la vita
Un bicchiere al giorno per lui e mezzo bicchiere per lei, a dosi moderate il vino allunga la vita. Gli uomini guadagnano 1,3 anni di vita. Alle donne va anche meglio. Per loro l’aspettativa è di un anno e mezzo in più. Lo conferma uno studio scientifico condotto dagli italiani Nicola Orsini e Andrea Bellavia che hanno condotto uno studio presso l’istituto Karolinska di Stoccolma.
La ricerca, basata sui dati di oltre 67mila persone, ha analizzato consumi giornalieri nelle varie fasce d’età, ricavando stime sul rapporto tra il consumo di alcolici e longevità. La conclusione è che in in 15 anni di monitoraggio gli uomini che consumavano una media di un bicchiere al giorno hanno vissuto 1,3 anni in più di chi non beveva. Le donne con un consumo regolare di mezzo bicchiere al giorno, invece, hanno vissuto mediamente 1,5 anni più a lungo di chi non beveva. Merito, a quanto pare, degli effetti benefici degli antiossidanti, come il resveratrolo, potente polifenolo che proteggendo la circolazione.
Il vino rosso contro la sclerosi multipla
Secondo una ricerca dell’Università dello Utah presentata al Congresso mondiale sul trattamento e la ricerca nella sclerosi multipla di Montreal, il vino rosso potrebbe avere degli effetti positivi anche sulla sclerosi multipla. Merito del resveratrolo, un composto che alcuni precedenti studi avevano già associato a una maggiore longevità.
In un esperimento condotto su topi affetti da sclerosi multipla, gli studiosi americani hanno osservato un aumento di peso dopo la somministrazione di resveratrolo, “un segno incoraggiante per il trattamento della patologia”, come afferma John Richert, vice presidente esecutivo per la ricerca e il programma clinico della Multiple Sclerosis Society.
Il “vino biotech” antiparassiti
Ricercatori dell’Università di Monaco sono convinti che per accelerare la crescita di vite, senza attacchi di insetti e funghi, bisogna guardare dentro il chicco d’uva. Una doppia mutazione del Dna. È in un punto particolare del suo patrimonio genetico millenario che gli scienziati dell’Institute for Gravepine Breeding JKI, hanno osservato il fattore che rende vulnerabili tralci e acini.
Cruciale per la lunga storia della coltivazione delle uve è stato l’arrivo nel 1800 di due parassiti dei vitigni, un afide e un fungo, provenienti dal Nuovo Mondo che distrussero gran parte della produzione, soprattutto francese. Le moderne tecniche genetiche hanno permesso di ricostruire quello che accadde. I risultati dello studio sono anche un passo avanti, contro il quale sono in molti a storcere il naso, per controllare in laboratorio la “forza genetica” delle piante. Una rivoluzione che coinvolge anche anche gusto e aroma nella bottiglia, ma anche la salubrità del nettare che finisce nei nostri bicchieri.
Il resveratrolo protegge il cervello
Scienziati cinesi hanno scoperto un altro benefico effetto del resveratrolo, il polifenolo che rende così “salutari” il vino e la buccia di ogni acino. Alla Zhengzhou University, infatti, i ricercatori hanno scoperto come e perché la sostanza naturale interviene positivamente sulla circolazione sanguigna proteggendo il cervello dallo stress ossidativo, allontanando la demenza vascolare, Alzheimer, ma anche Parkinson e Huntington.
Gli effetti del resveratrolo sono sorprendenti su memoria e apprendimento. Lo hanno testato i ricercatori sugli animali. Su alcuni di essi, affetti da demenza vascolare, il polifenolo ha contribuito a contrastare la degenerazione dei vasi sanguigni.